venerdì 12 giugno 2009

Il risultato delle elezioni

Al di là dei primi commenti a caldo, per una seria analisi politica, i numeri contano più delle sensazioni. E i numeri dicono che non è stato Severi né il PDL a sbagliare la campagna elettorale.

Nel 2004 Venturi vinse al primo turno con il 53,57% dei voti, e rifondazione all’opposizione raccolse l’8,61%, per un totale di oltre il 62%. In termini assoluti Democratici di Sinistra e Margherita raccolsero oltre 60.800 voti, ed il centrosinistra vinse con 87.000 voti, cui sommandosi rifondazione ed i consumatori si arrivò a 103 mila.

Nel 2009 Fratoni vince con il 51,29% ed un totale in termini assoluti di 81.800 voti, compresa rifondazione, e quindi con una emorragia di migliaia di voti. Anche sommandoci i voti di Frosini (sinistra e libertà) pari a 6.600, non si arriva a 90.000, quindi con una perdita secca di 15.000 voti.

Lapenna nel 2004, candidato di FI e AN con l’udc e la lega, totalizzò il 36,17 % pari a 58.941 voti.

Severi, nel 2009, ha raccolto con PDL e Lega ben 59.400 voti, pari al 37,24%. Se a questi si aggiungono i 7.500 voti dell’UDC, pari al 4,73%, ed il 2,02 della Destra per 3.200 voti, si arriva ad oltre il 44% e ad un totale di 70.000 voti. Quindi con un più 11.000 voti complessivi.

Il primo dato quindi è che il centrodestra cresce, ed in modo sensibile, mentre il centrosinistra cala vistosamente, con una riduzione dello scarto di voti tra centrodestra e centrosinistra da 45.000 (2004) a 19.000 circa (2009). L’unico elemento che salva la maggioranza di governo è l’effetto del calo di votanti, (divenuti terzo polo) che abbassando il quorum consente a Fratoni di vincere con il 51%,. Questo era un rischio che avevamo presente e che abbiamo ripetuto a tutti sino alla noia, insieme alla denuncia per l’uso clientelare della spesa pubblica (che da sempre crea un differenziale negativo tra voto politico e voto locale per il centrodestra).

Oltre a ciò, occorrerebbe che si analizzasse bene anche il voto a sinistra e al centro. Frosini, con una campagna elettorale incolore non è arrivato nemmeno al 5% (da lui stesso definita soglia minima) segnando una battaglia di testimonianza più che di sinistra critica. E Baldassarri, che forte del suo radicamento valoriale avrebbe dovuto richiamare i voti in libera uscita dal PD, si è fermato al 4,73%, con appena 660 preferenze in più della sua lista, a fronte delle oltre 9mila registrate da Severi. In totale un 8,80% che pesa come un macigno su queste elezioni se si guardano le altre realtà toscane più grandi.

A Firenze comune infatti si va al ballottaggio perché la sinistra si è spaccata sul serio, l’On. Valdo Spini ha raccolto ben oltre l’8% e il PDL – che si è fermato con la lega e altri al 32% - è stato aiutato da altre 7 liste alternative. A Prato stessa musica, con la Provincia al ballottaggio ma la maggioranza al 48% e rifondazione fuori, ed in comune Cenni della Sash è andato al secondo turno con 8 liste di appoggio ed altre 7 – tra cui rifondazione – alternative a quella del PD. Senza contare che in entrambi i casi le elezioni per il sindaco hanno trascinato la percentuale dei votanti, ben sopra quella della nostra Provincia dove non si è votato per i comuni maggiori (Pistoia e Quarrata).

Dispiace non aver ripetuto il miracolo, ma dispiace soprattutto constatare che in una realtà come questa si diano le responsabilità maggiori agli unici che si sono veramente spesi per il cambiamento, e si salvino invece coloro che – in una provincia da sempre rossa e senza l’ingombrante peso della campagna antiberlusconiana degli ultimi 15 giorni – potevano raccogliere l’evidente malcontento generale e l’hanno fatto solo in parte.

Il Coordinatore Vicario del PDL
Alessandro Capecchi

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