martedì 1 dicembre 2009

IL FUTURO DI PISTOIA E L’AREA VASTA

1 commento:

Anonimo ha detto...

Pistoia, 25/04/2010

Alea iacta est , la giunta è fatta e l’assessorato più importante assegnato ad una manager pluridecorata e totalmente sconosciuta ai non addetti ai lavori che come la sua natura vuole opererà con la logica aziendale, perché la sanità in Regione Toscana, prima che medicina, è economia e da lì non ci si muove.
Speriamo solo che gli investimenti, ammesso che ve ne saranno, riguardino anche il distretto sanitario pistoiese, iniziando, magari, dall’assunzione di un po’ di infermieri. Insomma sono stati creati nuovi posti presso gli estav non ci dovrebbero essere problemi ad assumere qualche infermiere che consenta di ripristinare una condizione di normalità nel nosocomio pitoiese.
Poi c’è l’ ospedale di Pescia: non si è ancora ben capito se ne verrà costruito uno nuovo, il problema è dove, oppure potenziato quello già esistente, centrale rispetto alla città, ed intorno al quale è sorto un indotto. Mia opinione è che si cercherà di mantenere quello esistente ma con una riduzione dei servizi che saranno integrati nel nuovo ospedale di area vasta.
Fatto è che in queste ultime settimane il presidio ospedaliero di Pistoia ha dato sfogo a tutte le sue deficienze, puntualmente negate dal dg Scarafuggi – quello che asseriva che era normale che farmaci e dispositivi medici venissero stoccati a stretto contatto con le macerie prodotte dai lavori di ristrutturazione – Abbiamo assistito a pazienti che si sono salvati la vita dimettendosi e correndo a Firenze, a diagnosi che volevano la frattura di tre vertebre in luogo di una comune contusione, alla chiusura di interi reparti causa l’assenza di personale, a lettere al Prefetto in cui si dichiara una situazione di criticità in sala operatoria. Senza andare troppo a ritroso per non incappare in casi ben più gravi che meritano, almeno, il rispetto del silenzio.
Appare sempre più evidente quale sarà il ruolo di comuni quali Pistoia, Arezzo, Lucca, Volterra … Le eccellenze si concentreranno nella city. Così anche i servizi e le infrastrutture, sempre più scadenti in periferia, anche se densamente abitata, se non totalmente assenti – il caso di via Maggiatica – saranno ridotti entro certe aree, vaste appunto. Forse a qualcuno potrà sembrare anche logico ma lo sarebbe, logico, se almeno per quelle zone, da considerare a quel punto depresse, ci fosse uno sgravio fiscale. Perché mantenendo immutata la pressione delle tasse e non corrispondendo i servizi, evitando per esempio l’ospedalizzazione dei pazienti e gravando le famiglie anche di questa incombenza, si liberano grandi quantità di denaro. Senza considerare poi il ruolo di Equitalia, ben spiegato da Milena Gabbanelli.
In quest’ ottica ha ragione Rossi, non è più una questione politica ma economica. Ciò potrebbe tradursi in una ulteriore apertura al mercato azionario ed i soldi delle nostre tasse, un flusso continuo e costante, rappresenterebbero un elevato potenziale di crescita. Per questa ragione ha scelto una manager pluridecorata qual è la Signora Scaramuccia. Per fare un esempio, rispetto al mercato azionario, è come se il condomino versasse la sua quota parte ad un amministratore titolare anche di una finanziaria.
L’austera piemontese “ … non cazzeggia su facebook”ndr, già questa uscita dà la misura della considerazione che la manager ha di tutte quelle persone alle quali magari piace più un network rispetto ad un altro. Facebook, mi pare, accolga diversi “cazzari” tra cui un altro assessore in giunta, Cristina Scaletti che avrei personalmente visto bene alla sanità visto che proviene da quel settore e ne conosce sicuramente i problemi, sia quelli umani, si badi bene, che quelli economici.
Nessuno che faccia mai riferimento al 40% di astensionismo, un dato sconcertante, all’ ultima tornata elettorale, che se ne preoccupi. Forse, presto, si terrà conto solo dei voti dell’area vasta e solo entro questa si voterà.
Coord. Forum Italia
Simone Esposito