lunedì 4 maggio 2009

Condannato Cofferati: antisindacale


Il sindaco uscente di Bologna ed ex leader della Cgil, Sergio Cofferati, è stato condannato per comportamento antisindacale. A far scattare l'inchiesta era stato un esposto dei rappresentanti dei lavoratori del Teatro Comunale nei confronti di Cofferati per il suo ruolo di presidente della Fondazione Lirica. A dare notizia della condanna sono Fistel-Cisl e Fisals-Cisal.

Ci si riferisce allo sciopero di quattro giorni (dal 22 marzo scorso) dei lavoratori del Teatro comunale di Bologna, che non permise la messa in scena della "Gazza ladra". Sulla bacheca del teatro comparve un avviso che i sindacati hanno giudicato illegittimo e per il quale proposero ricorso. Nel testo affisso in teatro si ricordava che, nel caso di sciopero, non sarebbero stati pagati nemmeno coloro che allo sciopero non aderivano. L'avviso , per questa ragione, fu giudicato un ''atto intimidatorio''. Il sindaco di Bologna, inoltre, aveva sostenuto che a termini di statuto il responsabile non è il presidente della Fondazione, ma il sovrintendente, Mario Tutino.

Secondo il passaggio chiave del dispositivo del giudice del lavoro Palladino che ha condannato la Fondazione Teatro Comunale di Bologna, di cui Sergio Cofferati è presidente e rappresentante legale pro-tempore in qualità di sindaco, per comportamento antisindacale, ''il comportamento del datore di lavoro appare idoneo ad arrecare offesa alla libertà di sciopero, a prescindere dall'elemento intenzionale''.
Il magistrato, a proposito della lettera affissa in bacheca in cui si annuncia che non sarebbero stati pagati, tra i dipendenti del Comunale, nemmeno quelli che non avrebbero aderito allo sciopero, ma che sarebbero stati comunque impossibilitati a prestare la prestazione di lavoro, aggiunge: ''Gli avvisi appaiono dotati di una oggettiva valenza dissuasiva, tale peraltro da ripercuotersi sull'esercizio futuro del diritto costituzionalmente tutelato dis ciopero. Sussiste quindi un comportamento antisindacale che può ritenersi attuale''.

Il sindaco uscente ha più volte dichiarato che comunque in occasione di questi scioperi veniva violato da parte degli scioperanti uno dei principi cardine di una corretta lotta sindacale: e cioé che al danno inflitto al datore di lavoro con lo stop alle attività, corrispondesse un danno dei lavoratori, con la perdita della paga nelle ore di sciopero. Secondo Cofferati, in alcuni casi, in quel teatro era sufficiente che una sola categoria di dipendenti, magari gli addetti alle luci, alcune unità, si fermasse e bloccasse il lavoro di tutti. Col risultato che il danno era massimo per il teatro, mentre alle altre decine di dipendenti doveva essere riconosciuto per intero lo stipendio. In questo modo, aggiunse, diventava molto facile scioperare. Secondo il difensore, Mario Jacchia, il ricorso non stava in piedi, perché quello che fu fatto dal teatro era stato solo un esercizio di trasparenza.

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