lunedì 4 maggio 2009

Federalismo,ok definitivo da Senato

La riforma fiscale ora è legge
Il Senato ha approvato il disegno di legge sul federalismo fiscale, che così diventa una legge dello Stato. A favore hanno votato PdL, Lega Nord e IdV. Il Pd si è astenuto. Contro ha votato l'Udc. 154 i voti favorevoli, 6 quelli contrari, 87 gli astenuti. Introdotta, tra l'altro, una maggiore autonomia per Regioni, Province e Comuni, un tetto alla pressione fiscale e una più forte trasparenza nei meccanismi finanziari. Esulta il Carroccio.
Questi i punti cardine del provvedimento sul federalismo fiscale che ha ottenuto il via libera definitivo dall'assemblea di palazzo Madama.

Autonomia tributaria
Secondo le nuove norme, le autonomie locali per finanziare i servizi erogati potranno avvalersi di un fondo perequativo e della compartecipazione a tributi erariali e a tributi propri. Per i Comuni è previsto un sistema misto di compartecipazione a Iva e Irpef. Con questa riforma si punta a dare autonomia tributaria agli enti territoriali evitando di aumentare la pressione fiscale. Fissati criteri di quantificazione dei fondi perequativi nella fase transitoria che garantiscono agli enti locali di ricevere, nel complesso, lo stesso ammontare di risorse di cui dispongono attualmente. Attraverso i decreti attuativi, quindi, dovrà essere garantita l'individuazione di un tetto limite massimo della pressione fiscale e del suo riparto tra i vari livelli di governo.

Status speciale per Roma
In arrivo norme specifiche per la Capitale: il Consiglio comunale di Roma infatti sarà chiamato "assemblea capitolina" e il suo status sarà regolato da una apposita legge dello Stato. Per il via libera definitivo di Roma città metropolitana, a differenza di quanto accade per le altre, servirà l'accordo tra il Comune e la Provincia. Oltre a quelle attualmente spettanti al comune di Roma, sono attribuite alla Capitale nuove funzioni amministrative: concorso alla valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali, previo accordo con il ministero per i Beni e le attività culturali; sviluppo economico e sociale di Roma capitale con particolare riferimento al settore produttivo e turistico; sviluppo urbano e pianificazione territoriale; edilizia pubblica e privata; organizzazione e funzionamento dei servizi urbani, con particolare riferimento al trasporto pubblico e alla mobilità; protezione civile, in collaborazione con la presidenza del Consiglio dei ministri e la Regione Lazio.

Nascono le città metropolitane
Con la riforma viene definito il percorso per l'istituzione di 10 città metropolitane: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. L'iter, che prevede anche un referendum consultivo della popolazione, potrebbe anche portare alla cancellazione delle corrispondenti Province.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il federalismo porterà solo a maggiori tasse locali e a un aumento della burocrazia.Ma non dovevate ridurre le tasse?