lunedì 22 dicembre 2008

SONDAGGIO: COME STA IL PDL?


Il sondaggio della IPR marketing, effettuato con l’orizzonte delle Europee, mostra una ulteriore crescita del PDL, che sia attesterebbe intorno al 42%.
Tale dato, avvalorato anche dalla vittoria in Abruzzo e dall’eccellente risultato complessivo dei recenti gazebo, mostra che vi è un ulteriore spazio per la crescita di un grande partito moderato in Italia.
Non una riedizione della DC però, ma un nuovo soggetto politico in grado di intercettare le aspettative di milioni di italiani che, stanchi delle bugie della sinistra e di un sindacato (in particolare la CGIL) iperconservatore, credono ancora nella possibilità di riscatto del nostro Paese.
Questa fiducia però non è – e non può essere – illimitata. Al contrario essa deve essere coltivata, difesa ed accresciuta sul territorio, dove sono state spostate sempre più competenze (e responsabilità) e dove – con l’approvazione del federalismo fiscale – giungeranno anche più risorse.
Ecco perché il costituendo PDL, con gli stop and go fisiologici di un processo di fusione tra più partiti, non deve dimenticare la propria origine riformatrice, autenticamente nazionale e fortemente ancorata ai valori propri della nostra civiltà.
Ma soprattutto non deve dimenticare quanti, con spirito di sacrificio e impegno quotidiano, formano la prima ed essenziale cinghia di trasmissione delle istanze dei cittadini e delle proposte del Governo e del centrodestra.
Il 2009 quindi pare aprirsi politicamente in positivo; ma questa ulteriore crescita di consenso non può che accompagnarsi ad una presa di coscienza delle storiche responsabilità della nostra classe dirigente, che dovrà essere all’altezza del compito rispettando quanti hanno dato la gran parte della propria vita per difendere posizioni un tempo scomode. In caso contrario, come diceva un mio caro amico, il tutto è destinato a cadere, perché.. un partito non è forte perché vince, ma vince perché è forte.
Cioè organizzato, radicato sul territorio, capace di far crescere le intelligenze in un confronto serrato, intransigente sui valori e riformatore in economia, aperto alla società civile ma orgoglioso della propria missione, povero di regole superflue ma ricco di democrazia interna.
Staremo a vedere.

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